La Nostra Visione, Il Nostro Idroelettrico
La fusione tra Assoelettrica e Assorinnovabili non è una sorpresa. Da anni Assorinnovabili era di fatto controllata dalle stesse società che esercitano un ruolo dominante in Assoelettrica, come sperare dunque che potesse esprimere una linea diversa, veramente finalizzata alla crescita dell’energia rinnovabile in Italia?
Sostanzialmente un doppione che, inevitabilmente, è stato ricondotto nell’alveo della potente Assoelettrica. La cosa non ci dispiace, perché contribuisce a fare chiarezza e a rendere perfettamente evidente una linea di discrimine che attraversa il settore dell’energia italiana e il suo associazionismo.
Assoelettrica raccoglie infatti l’oligopolio delle grandi aziende, prevalentemente pubbliche (perché, non dimentichiamolo, otto dei primi dieci produttori in Italia sono aziende a controllo pubblico) che controllano il 60% della produzione italiana (dati AEEGSI 2015) e naturalmente i suoi obiettivi e le sue battaglie sono quelle d’interesse dei suoi “azionisti di riferimento”. Gli esempi non mancano:
- La riforma delle tariffe per i clienti domestici, con l’abolizione delle tariffe progressive, che disincentiva il risparmio energetico delle famiglie, minando alla base una cultura virtuosa sviluppatasi nei decenni;
- Le forsennate pressioni sul Ministero dello Sviluppo Economico per ottenere il “Capacity market” ennesima forma di sussidio alla produzione termoelettrica, per mantenere attivi impianti fuori mercato;
- La strenua e sotterranea azione lobbistica, tesa a rinviare all’infinito – o a rendere del tutto impossibili – le gare sulle grandi concessioni idroelettriche scadute.
- L’elettrificazione del settore energetico – a partire dalla mobilità elettrica – che sarebbe certamente un obiettivo degno di rispetto se accompagnato da una crescita delle rinnovabili, lo è molto meno se il suo vero scopo è bruciare meno benzina nelle automobili, ma molto più gas nelle centrali termoelettriche.
- L’eliminazione degli accessi diretti ai meccanismi incentivanti per i piccoli impianti.
Tutto legittimo naturalmente, ma quanto poco – in questo contesto – possano valere gli interessi dei produttori idroelettrici indipendenti, ci pare del tutto evidente.
Se questa è l’elettricità futura, allora non fa per noi!
Noi intendiamo dare voce a un mondo di piccole, medie, piccolissime imprese reali, guidate da persone reali. Imprenditori convinti che si possa fare contemporaneamente l’interesse del settore idroelettrico e quello del proprio paese, tutelare i piccoli produttori e aprire alla concorrenza sui grandi impianti.
Imprese reali, che non delocalizzano, ma danno lavoro ad altre aziende italiane; che investono nel nostro paese, non in altri continenti; che non dedicano molto tempo a budget, report finanziari e politica industriale ma ogni giorno studiano qualcosa da migliorare sui propri impianti.
Imprenditori reali, che hanno sviluppato aziende importanti con il proprio impegno e a proprio rischio e piccoli produttori, che non hanno il C.E.O. il C.F.O. e la Dual Governance, ma prendono le decisioni importanti a casa loro assieme alla moglie ed ai figli.
Persone attive, industriose che presidiano e curano il territorio e congiuntamente costituiscono un sistema di produzione rinnovabile, distribuita ed ecosostenibile. Uomini che costituiscono la linfa vitale del nostro settore, e – se gliene sarà data l’opportunità – si adopereranno per il rilancio dell’idroelettrico italiano.
Questi siamo noi, queste sono le persone che abbiamo l’ambizione e l’orgoglio di rappresentare.
Per questo, in particolare, ci rivolgiamo a quegli imprenditori idroelettrici che non si sentono più rappresentati in Elettricità Futura e li invitiamo ad aderire ad Assoidroelettrica per contare di più, scongiurare il lento declino del nostro settore e, anzi, promuovere veramente un nuova stagione di crescita.
A tutti Voi offriamo volentieri la possibilità di diventare soci affiliati gratuitamente per un anno e provare la differenza!